CHE COS’È IL MORBILLO
Il morbillo è una malattia infettiva causata da un virus, il Paramyxovirus, del genere Morbillivirus. È una malattia molto contagiosa e tipicamente infantile. In genere colpisce i bambini tra 1 e 3 anni d’età e non presenta sintomi particolarmente gravi. I primi sintomi del morbillo sono del tutto simili a quelli di un’influenza (tosse, naso che cola, occhi rossi), che si accompagnano a febbre (anche molto alta, fino a 40 °C). Successivamente compaiono dei piccoli puntini bianchi all’interno della bocca e dopo 3 o 4 giorni iniziano ad apparire le eruzioni cutanee rosse tipiche della malattia. L’infezione si trasmette per via aerea (mediante, ad esempio, starnuti o colpi di tosse) e una volta contratta dà l’immunizzazione definitiva, ciò significa che non si contrarrà più il morbillo per il resto della vita.
Il morbillo è una malattia stagionale (raggiunge il picco tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera).
L’IMMUNITÀ DI GREGGE O L’UBBIDIENZA DEL GREGGE?
Il sistema sanitario e farmaceutico sostengono la necessità di rafforzare l’immunità di gregge per prevenire efficacemente la comparsa del morbillo, ma questa è una convinzione priva di verifica.
CHE COS’È L’IMMUNITÀ DI GREGGE
Per “immunità di gregge” si intende il fenomeno per cui, secondo il sistema sanitario, raggiunto un certo livello di copertura vaccinale tra la popolazione (solitamente si dichiara il 95%) anche i soggetti non vaccinati – perché troppo piccoli o aventi un sistema immunitario compromesso – godono dei benefici dell’immunizzazione perché sono circondati da individui vaccinati. In questo modo, si ridurrebbe la possibilità che questi “soggetti deboli” contraggano il virus e, di conseguenza, la trasmissione dell’agente infettivo diminuirebbe fino a scomparire permanentemente.
Ci sono sostanzialmente due obiezioni che si possono fare a questo concetto:
1) La vaccinazione impedisce la produzione di anticorpi permanenti. Nel giugno 1984, la rivista medica “USA MMWR” riportò un’epidemia di morbillo tra studenti di due scuole superiori dell’Illinois e del New Mexico dove il 98% degli alunni era stato vaccinato da poco. Secondo i dati della FDA nel 1988, negli USA, l’80% dei casi di morbillo si verificava in persone precedentemente vaccinate al morbillo (vedi qui a pagina 7).
2) Il morbillo non è quella malattia tremenda su cui l’opinione pubblica e il ministero della Salute stanno basando tutta la loro propaganda allarmistica degli ultimi mesi e non ci sono assolutamente epidemie gravi in corso che giustifichino questo decreto: sul sito del ministero della Salute si dice che il morbillo è una malattia che presenta “picchi epidemici ogni 3-4 anni”. In base ai dati ufficiali di Epicentro, organo di vigilanza epidemiologico dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicati a febbraio 2017, nel mese di gennaio 2017 sono stati segnalati 238 casi di morbillo. Il picco più alto negli ultimi anni è stato registrato nel 2013, con 382 casi segnalati, seguito dal picco di 300 casi avvenuti tra gennaio e marzo 2014. Sono numeri assolutamente nella norma che si collocano proprio nel periodo del picco stagionale della malattia.
Conclusa la fase del picco stagionale, attualmente (giugno 2017) in tutta l’Italia si contano pochi casi alla settimana.
Negli Stati Uniti, come riportato nel libro di Suzanne Humphries, Dissolving illusions, il CDC (Center for Disease Control and Prevention) afferma che nessuno nel territorio americano è morto di morbillo negli ultimi 12 anni. Nel frattempo dobbiamo registrare invece 98 decessi correlati al vaccino anti-morbillo dal 2003.
Dal punto di vista storico, il grafico in apertura mostra l’andamento dei decessi per morbillo dal 1891 al 2014: come si può chiaramente vedere, il vaccino contro il morbillo, facoltativo, è stato introdotto nel 1979 quando i decessi erano già crollati molto prima di tale data.
Questo genere di osservazione in realtà riguarda tutte le malattie infettive, in qualunque parte del mondo ed è dovuto principalmente ad alcuni fattori: la malnutrizione, l’acqua infetta e le fogne a cielo aperto.
Cibo vario e abbondante, acqua potabile e fogne coperte sono i principali fattori che riducono la mortalità e la pericolosità; istruzione, igiene personale ed abitazioni sane rivestono un ruolo importante.
La mortalità infantile per morbillo è infatti ancora oggi da 200 a 400 volte maggiore nei bambini malnutriti che vivono nei paesi sottosviluppati. È chiaro ormai che, con il miglioramento delle condizioni nutrizionali, l’acqua potabile, l’igiene pubblica e personale, le complicazioni e le morti per morbillo tendono a scomparire.
Questi sono solo alcuni dati che devono farci riflettere e portarci a ridimensionare l’opinione comune che si ha sui vaccini: di fronte ad un decreto legge che renderà la pratica della vaccinazione sempre più invasiva – tanto da violare palesemente diversi articoli della Costituzione e mettere in seria discussione anche le libertà personali e il diritto all’istruzione dei non vaccinati – abbiamo il dovere di andare oltre le rassicurazioni che ci vengono inculcate sulla pratica vaccinale.
ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE:
- Ha fatto molto scalpore sui media nei giorni scorsi la notizia di un bambino di sei anni malato di leucemia che sarebbe morto nell’ospedale San Gerardo di Monza a causa delle complicanze causate dal morbillo. Avrebbe contratto la malattia, secondo i maggiori quotidiani nazionali, dai fratellini non vaccinati per scelta dei genitori, vicini al movimento no-vax. Subito il ministro Lorenzin ha dichiarato: “È stata una storia straziante, io stavo seguendo questa vicenda da un mese, il bambino era seguito in ospedale, ma purtroppo siamo dentro una epidemia di morbillo e i bambini non vaccinati, gli adulti non vaccinati, rischiano e i bambini fragili come quello di Monza, che stava guarendo dalla leucemia, che avremmo salvato dalla leucemia, è morto per il morbillo”. Da subito è evidente un’imprecisione: non ci sono epidemie di morbillo in questo momento in Italia, e comunque il periodo di diffusione della malattia è da febbraio ad aprile. La notizia è di giugno. Nei giorni successivi, sono state smentiti le tesi portanti della vicenda: Il 23 giugno 2017 il primario di Monza, il dottor Andrea Biondi, smentisce questa versione dei fatti e scagiona i fratelli maggiori. È probabile che i giornalisti, venendo a conoscenza della malattia degli altri due, li abbiano colpevolizzati senza verificare le date e la storia per intero, strumentalizzando la vicenda a favore della campagna che il ministro Lorenzin sta portando avanti. Il piccolo era affetto da leucemia linfoblastica acuta, patologia a causa della quale era immunodepresso, ossia non aveva abbastanza difese immunitarie, ed era ricoverato da tempo.
- Il ministro Lorenzin ha dimostrato a più riprese la sua totale impreparazione sul tema vaccini, citando per sostenere la sua tesi informazioni completamente false. Facciamo un esempio: Puntata di Porta a Porta del 22/10/2014 (minuto 36’,20”): la Lorenzin dichiara che “solo di morbillo a Londra, cioè in Inghilterra, lo scorso anno sono morti 270 bambini per una epidemia di morbillo molto grave”. DATI UFFICIALI del Governo Inglese: nel 2013, 1 decesso è stato segnalato in un uomo di 25 anni, dopo una polmonite acuta come complicanza del morbillo.
- Non è inoltre un segreto il fatto che nell’azienda Rai, in prima fila nella campagna pro-vaccini portata avanti in questi ultimi mesi, ricopra un incarico di rilievo (in quanto Direttore delle relazioni istituzionali e internazionali e membro del Consiglio Generale di Confindustria Radio Televisioni) Alessandro Picardi, marito di Beatrice Lorenzin.
- Sempre per rimanere in tema di conflitto di interessi, il Codacons avrebbe presentato un esposto all’Autorità anticorruzione per verificare la posizione del Dirigente del Ministero della Salute, Ranieri Guerra, che avrebbe firmato tutti i provvedimenti sui vaccini pur essendo parte del Cda della Fondazione Smith Kline, emanazione dell’azienda GlaxoSmithKline che come noto produce il vaccino esavalente venduto in Italia.
- Il vaccino morbillo-parotite-rosolia è considerato tra i più pericolosi a livello neurologico. Inoltre, viene somministrato indistintamente a maschi e femmine nonostante il fatto che i rischi che queste malattie possono comportare non abbiano le stesse conseguenze per maschi e femmine: la rosolia è pericolosa per le donne in fase di gravidanza perché può comportare rischi per il feto ma non ha conseguenze gravi (se non i normali sintomi) per gli uomini. Al contrario, la parotite è rischiosa per gli uomini perché può creare problemi di infertilità in età adulta, ma non presenta rischi particolari per le donne. Perché non differenziare questi due vaccini allora?
Crediamo che porsi queste fondamentali domande e fare una riflessione su questi dati sia essenziale per ribadire la nostra libertà e il diritto ad essere padroni del nostro corpo e della nostra integrità fisica e psichica, come viene tra l’altro sancito dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (articolo 3).
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